Si tratta di una branca della formazione terziaria, la stessa per capirsi di cui fanno parte i percorsi universitari, pensata per superare il dualismo lavoro-università a cui molti neo-diplomati si sentono inesorabilmente condannati: iniziare da subito a costruire la propria carriera lavorativa, cimentandosi con una professione, o proseguire il percorso di studi per acquisire maggiori skills e, dunque, darsi maggiori chance una volta entrati nel mondo del lavoro.
Gli ITS Academy rappresentano un vero e proprio canale preferenziale per chi vuole entrare nel mondo del lavoro con una certa fretta, senza però rinunciare alle skills e alle competenze necessarie per entrare dalla porta principale: infatti molti delle professioni a cui preparano gli ITS, oggi sono estremamente richieste dal mondo del lavoro.
Non bisogna trascurare che tuttavia sono ancora in molti a non conoscere gli Istituti Tecnologici Superiori, un fattore che non è legato ad una scarsa qualità dei percorsi formativi ma bensì alla loro recente costituzione.
Infatti sono stati introdotti poco più di 10 anni fa e si chiamavano Istituti Tecnici Superiori: un nome purtroppo poco fortunato perché con superficialità alcuni li scambiavano con gli ITIS, ovvero gli istituti tecnici industriali delle scuole superiori.
Così la legge n° 99 del 15 luglio 2022, l’allora uscente Governo Draghi decise di puntare forte su queste realtà e istituì il Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore, cambiando appunto la denominazione contribuendo allo stesso tempo a rafforzare il già collaudato sistema degli ITS. Che tra i suoi punti di forza ha la stretta sinergia tra mondo del lavoro e formazione: circa la metà delle ore del percorso si svolgono sotto forma di tirocinio in azienda.
E sono davvero numerosi gli ambiti in cui si può lavorare dopo un diploma ITS Academy: dal chimico-farmaceutico all’enogastronomico, passando turismo, meccatronico, costruzioni, information technology, moda… In questo articolo ti racconteremo nel dettaglio cosa sono gli ITS Academy, cosa si può studiare e dove si trovano…
Cosa sono gli ITS Academy: mission e inquadramento del diploma di Tecnico Superiore
Il sapere pratico è il grande assente del nostro tempo. Mancano infatti operai e tecnici superiori in grado di traghettare l’Italia attraverso quella che ormai viene comunemente denominata ‘transizione digitale’. Una criticità più volte segnalata da aziende e imprese che non riescono a trovare la manodopera di cui avrebbero bisogno.
E qui entra in gioco la riforma, che mira invece a potenziare e ampliare proprio la formazione professionalizzante di tecnici superiori con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali, andando progressivamente a colmare la mancata corrispondenza tra la domanda e l’offerta di lavoro.
Ed è in questo scenario che si fa largo la formula degli ITS. La recente riforma intende avvicinare i giovani alle professioni tecniche, in particolar modo verso quelle altamente specializzate, con lo scopo di dare nuova linfa a quelle aree tecnologiche considerate strategiche nell’ambito delle politiche di sviluppo industriale e tecnologico. Qui gli Istituti Tecnologici Superiori acquistano un ruolo di primo piano, perché saranno proprio queste scuole a formare la giovane forza lavoro.
Ma cosa sono nel dettaglio gli ITS? E dove si collocano nell’ampio panorama formativo italiano? In sostanza, parliamo di percorsi professionalizzanti post-diploma, nati dalla sinergia tra il MIM, gli enti locali e le imprese. I corsi proposti dagli ITS possono essere di tipo biennale e triennale e sono articolati in semestri. Entrambe le tipologie di diploma sono valide su tutto il territorio italiano e vengono rilasciati direttamente dal MIM, insieme all’’Europass diploma supplement’:
- I corsi biennali di V livello EQF (quinto livello del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente) durano quattro semestri e contano 1.800 ore di formazione. Al termine del corso e previo superamento delle prove e valutazioni finali viene conseguito il “diploma di specializzazione per le tecnologie applicate”.
- I corsi triennali di VI livello EQF (sesto livello del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente), invece, hanno durata di sei semestri con almeno 3.000 ore di formazione. Il diploma che si ottiene a fine percorso, e cioè il “diploma di specializzazione superiore per le tecnologie applicate”, è equivalente a una laurea triennale.
La maggior parte degli ITS Academy offre corsi biennali, che consentono anche di completare la formazione in ambito universitario: infatti alcuni ITS hanno accordi con le università per il riconoscimento del percorso come CFU universitari. Ma molto spesso avviene il contrario: laureati o universitari delusi decidono di completare il proprio percorso formativo negli Istituti Tecnologici Superiori.
Quali sono le aree tematiche degli ITS e cosa si studia
Con il passare degli anni le Fondazioni ITS hanno assunto un ruolo sempre più centrale nel panorama formativo italiano, fino a diventare, oggi, una delle principali scommesse del mondo dell’istruzione. La loro missione, infatti, è una sola: promuovere e diffondere quella cultura scientifica e tecnologica che latita attualmente in Italia, in modo tale da avvicinare i giovani alle professioni tecniche. Anche perché molte di queste avranno un grande impatto sul prossimo futuro dell’economia italiana.
Ecco perché l’offerta formativa degli ITS è incentrata sulle aree di studio ritenute più strategiche per il tessuto produttivo dei prossimi anni. In seguito alla recente riforma degli Istituti Tecnologici Superiori le aree professionali – che prima erano sei – sono state portate a dieci e nello specifico sono:
- Energia
- Mobilità Sostenibile e Logistica
- Chimica e nuove tecnologie della vita
- Sistema agroalimentare
- Sistema casa e ambiente costruito
- Meccatronica
- Sistema Moda
- Servizi alle imprese e agli enti senza fine di lucro
- Tecnologie per i beni e le attività artistiche e culturali e per il turismo
- Tecnologie della comunicazione, dell’informazione e dei dati
La legge n°99 del 15 luglio 2022 permette inoltre di mettere a punto dei veri e propri percorsi di studio ibridi. La normativa, infatti, concede agli ITS Academy la possibilità di instaurare rapporti collaborativi con altre Fondazioni ITS afferenti ad aree tecnologiche diverse, con il fine di erogare percorsi di carattere interdisciplinare. La stessa norma porta a 58 il numero delle figure professionali che vengono formate attraverso questo tipo di percorsi.
L’offerta formativa degli ITS Academy: il giusto mix di teoria e pratica
Nel circuito ITS la formazione personale e professionale crescono di pari passo. I percorsi di studio uniscono teoria e pratica, alternando lezioni in aula a laboratori o stage in azienda. Proprio le attività sul campo occupano una mole importante del monte ore complessivo: circa il 35% del percorso didattico si focalizza sulla messa in pratica di concetti e nozioni appresi in ambito teorico.
L’approccio degli ITS è infatti di tipo esperienziale: l’obiettivo principale dell’offerta formativa è quello di far sperimentare agli studenti quanto appreso in aula, applicando le nozioni teoriche ai contesti aziendali. Per far sì che ciò avvenga, gli ITS instaurano un legame molto forte col mondo produttivo. Si tratta di una fruttuosa collaborazione: ogni ITS Academy può operare a stretto contatto con le aziende e imprese di uno stesso territorio, realizzando percorsi formativi orientati al futuro inserimento delle giovani risorse, ovvero gli studenti.
Questa partnership poi nei fatti si traduce in stage in azienda a stretto contatto con i professionisti e permette agli studenti di misurarsi con il mondo del lavoro già durante il percorso formativo, ricevendo così un primo assaggio della futura mansione. I laboratori, in particolare, sono veri e propri catalizzatori di esperienze autentiche: è lì che gli studenti possono svolgere attività complesse che simulano il lavoro, sperimentando processi autentici di soluzione di problemi. Ma anche quando si rimane in aula, si ha comunque la possibilità di assistere a lezioni teoriche fortemente orientate alla pratica: fattore essenziale della formula degli ITS Academy è, infatti, la presenza di docenti che provengono per la maggior parte dal mondo del lavoro.
Alla fine del percorso formativo, lo studente potrà contare su un eccezionale bagaglio di skills, apprese grazie alle attività svolte, quali, per esempio, l’aver elaborato project work, svolto simulazioni, realizzato prototipi. Perché lo scopo ultimo degli ITS Academy è quello di riportare in auge quella cultura del ‘saper fare’ che ha sempre caratterizzato il mondo produttivo italiano.
Garanzie occupazionali, il sistema D.O.C: Diplomati, Occupati, Coerenti. A un anno dal diploma 9 studenti su 10 trovano lavoro
L’impalcatura formativa degli ITS Academy quindi si regge principalmente su tre pilastri: lo stretto legame con il mondo delle imprese, la co-progettazione di percorsi formativi di alta qualità, e la didattica innovativa e laboratoriale. Una ricetta vincente perché il modello proposto dagli ITS ha superato le aspettative, garantendo nel corso degli anni un successo formativo e occupazionale degno di nota.
Lo testimoniano gli ultimi dati disponibili elaborati dal portale INDIRE per conto del Ministero dell’Istruzione e del Merito: dal monitoraggio 2024, relativo ai percorsi conclusi nel 2022, è emerso che a un anno dal diploma l’87% dei diplomati ha trovato un’occupazione; di questi, addirittura il 93,8% è entrato in un settore in coerenza con il percorso di studi svolto. Si tratta, dati alla mano, del risultato migliore di sempre in termini occupazionali per il circuito ITS. Superato anche il 2021, dove la percentuale di diplomati occupati con coerenza si attestava a quota 93,6%.
Benché non vi siano enormi differenze in termini di performance, ad oggi, è l’area Sistema Meccatronica a garantire maggiori chance occupazionali: il tasso di occupazione dei diplomati in questo settore, infatti, nel 2022 è arrivato a quota 90,9%. Seguono le aree della Mobilità Sostenibile (90,3%); delle Tecnologie Innovative per i Beni e le attività culturali Turismo (89,2%); dell’Efficienza Energetica (87,9%); delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (85,7%) e del Sistema Casa (83,2%).
Poi, sempre in termini di garanzie occupazionali, appena dopo si piazzano le aree tecnologiche di Sistema agroalimentare (81,1%) e di Chimica e nuove tecnologie della vita (81,7%). I Servizi alle imprese (78,2%) si fermano appena al di sotto la soglia dell’80%.